Dal 1° luglio, i porti italiani subiranno una significativa trasformazione digitale che ridurrà i tempi di attesa grazie all’attuazione dei Port Community Systems (PCS). Questo cambiamento è stato reso possibile grazie al PNRR che ha fissato come obiettivo l’informatizzazione della filiera logistica. La maggior parte dei porti italiani ha rispettato la scadenza, con l’inaugurazione di PCS a Palermo e Catania la scorsa settimana che ha segnato quasi il completamento di questo processo. Questi sistemi permettono una connessione fluida tra i porti e vari attori della logistica e del trasporto merci, inclusi spedizionieri e operatori logistici.
Il prossimo grande passo in questa direzione è l’introduzione di un bando del valore di 175 milioni di euro gestito da RAM, una società del Ministero delle Infrastrutture, che mira a sostenere l’aggiornamento tecnologico delle aziende di autotrasporto, offrendo contributi fino al 40% delle spese. Questo incentivo fa parte di un progetto più ampio del PNRR che prevede investimenti complessivi di 250 milioni di euro per uniformare i sistemi esistenti e sviluppare nuove soluzioni nei porti ancora non digitalizzati.
I PCS permetteranno non solo di semplificare i processi ma anche di ridurre i tempi per le operazioni di carico e scarico e per la produzione di documenti necessari allo sdoganamento delle merci. Già attivi in porti come Genova e Civitavecchia, si prevede che sistemi simili saranno operativi a breve anche in 9 porti della Sardegna, nonché a Napoli e Salerno.
L’implementazione di tali sistemi è vista come una risposta cruciale al cybercrime, che rappresenta una minaccia crescente per le infrastrutture logistiche. Inoltre, questa evoluzione permetterà ai porti non solo di offrire servizi di base ma anche opzioni più avanzate e personalizzate agli utenti. Questa digitalizzazione rappresenta un passo fondamentale per l’ottimizzazione della logistica e del trasporto merci in Italia, garantendo processi più efficienti e sicuri per tutti gli attori coinvolti.
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