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Dallo scorso settembre, la Germania ha reintrodotto i controlli alle frontiere con cinque paesi confinanti: Francia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Danimarca. Questo si aggiunge ai controlli già attivi dal 2023 con Polonia, Austria, Repubblica Ceca e Svizzera. La misura, valida per sei mesi, mira a limitare l’immigrazione irregolare e la criminalità transfrontaliera, ma sta suscitando preoccupazioni nel mondo dell’autotrasporto.

Effetti sul trasporto merci

Il governo ha dichiarato che l’intenzione non è rallentare l’economia, ma evitare che l’immigrazione clandestina impatti ulteriormente sulla sicurezza. Tuttavia, fin dal primo giorno sono state segnalate lunghe code ai valichi, soprattutto nei confini con la Polonia. Per il settore dell’autotrasporto, dove ogni minuto è fondamentale, i ritardi causati dai controlli stanno creando timori significativi.

Gli autotrasportatori che operano a livello internazionale temono di rivivere i rallentamenti sperimentati durante la pandemia, quando l’attraversamento dei confini divenne un vero e proprio collo di bottiglia. I controlli più lenti rischiano di allungare i tempi di consegna, compromettendo la puntualità e aumentando i costi operativi.

Preoccupazioni per i settori deperibili

Alcuni settori, come quello dei beni deperibili, potrebbero subire i maggiori danni. L’Olanda, per esempio, è uno dei maggiori esportatori di fiori in Europa e gli spedizionieri locali hanno già espresso preoccupazione per i ritardi, anche se lievi, che possono danneggiare le merci più sensibili. Il rischio è che questi controlli possano rallentare notevolmente l’intero sistema logistico europeo.

Una misura temporanea, ma con possibili effetti a lungo termine

Nonostante la misura sia temporanea, i sei mesi di controlli potrebbero lasciare un segno duraturo, specialmente se l’economia tedesca non si riprende rapidamente. Alcuni analisti temono che, se i controlli si prolungassero oltre, le aziende potrebbero essere costrette a rivedere le loro strategie logistiche, riducendo il commercio con la Germania e cercando alternative in altri paesi europei.

Per ora, la Germania cerca di bilanciare la sicurezza dei suoi confini con la necessità di mantenere fluide le rotte commerciali. Tuttavia, con un 70% degli scambi commerciali che avviene tramite autotrasporti, è chiaro che ogni rallentamento può comportare conseguenze significative per l’economia europea.

La reintroduzione dei controlli alle frontiere in Germania sta già mostrando il suo impatto sul settore dei trasporti. Seppur temporanea, la misura potrebbe causare un aumento dei costi e riduzioni della puntualità delle consegne, elementi critici per molti settori economici. Le prossime settimane saranno decisive per capire se i controlli continueranno a creare disagi o se il governo riuscirà a mitigarne gli effetti.