Non c’è pace, nemmeno per i trasporti e la logistica delle merci. A seguito dello scoppio della guerra in Ucraina di ormai più di un mese fa, iniziano a farsi sentire le ricadute su un settore che, causa pandemia, ha già affrontato due anni di difficoltà continue. Ci sono disagi e incognite ovunque: via aerea, via mare, su gomma, su rotaia.
A preoccupare il trasporto su rotaia sono le sanzioni imposte contro la Russia, che potrebbero interessare la merce in arrivo dalla Cina verso l’UE: la maggior parte dei treni attraversano infatti Russia e Bielorussia. Non c’è ancora nulla di certo, ma è probabile che le aziende europee non potranno avvalersi delle compagnie di trasporti russe e bielorusse, aziende leader nel settore dei trasporti su rotaia tra l’Asia e l’Europa.
L’alternativa sarebbe il trasporto via mare, ma le tariffe per entrare nel canale di Suez si sono alzate ormai un mese fa. Incremento davvero sostanziale, visto che si parla di una differenza tra il 5 e il 10 percento, in base alla dimensione dell’imbarcazione.
Anche i trasporti aerei non stanno vivendo un buon momento. Fin dalle prime ore dalla cosiddetta “operazione militare speciale”, i voli civili con rotta sopra l’Ucraina sono stati cancellati. Da inizio marzo, nessun aereo non sorvola i cieli ucraini, quelli della Bielorussia, della Moldavia, della parte orientale della Romania e della fascia occidentale della Russia. Per ovviare al problema, si fa rotta verso sud, passando sopra la Turchia e i Balcani. E poi occorre fare i conti anche con le sanzioni contro la Russia: l’interdizione al volo delle compagnie russe fa parte del pacchetto previsto dell’Unione europea. Il che sta causando la riduzione del posto in stiva e, di conseguenza, l’aumento dei noli aerei. Non solo: esattamente come già successo a causa della pandemia, si allungano anche i tempi di consegna.
Situazione problematica anche per i trasporti su gomma, L’invasione russa ha colto impreparati circa 12mila camionisti stranieri in transito o in consegna in Ucraina. La maggior parte è riuscita a valicare le frontiere occidentali. Alcuni camionisti, colti dal panico, hanno abbandonato i veicoli in Ucraina, così come non mancano gli autisti bloccati al confine tra Russia e Ucraina. Per provare a mettere tutti i trasportatori in sicurezza, l’International Road Transport Union (Iru) ha chiesto quattro interventi urgenti: visti di transito per il personale di tutte le nazioni che sta rientrando nel proprio paese; transito rapido dei veicoli industriali; deroghe temporanee sui tempi di guida, di riposo e di lavoro; aiuti umanitari ai conducenti bloccati.
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